27 Aprile 2024
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Storia della sezione A.I.A. di GENOVA (tratta dagli appunti di Luciano Lupi)

Genova fu la culla del giuoco del calcio in Italia ed all´ombra della Lanterna questo sport vide non solo incontri che vennero disputati nel nostro paese ed i primi scudetti del Genoa, ma anche i primi direttori delle gare che si affermarono in maniera particolare in quel delicato incarico.
Un calciatore della squadra genovese dell´Andrea Doria, Francesco Calì, oltre ad essere stato il primo capitano della nazionale italiana, fu uno dei primi direttori di gara dei campionati di quegli anni, anche perché i capitani delle squadre acquisivano in quei tempi il diritto di dirigere le gare, che allora venivano arbitrate esclusivamente dai tesserati proposti dalle società calcistiche che prendevano parte ai vari campionati.
I nomi di James Richardson Spensley, dei fratelli Edoardo ed Enrico Pasteur e di molti altri pionieri del football a Genova fanno a pieno titolo parte non solo dell´epopea dei primi calciatori ma anche della storia dell´arbitraggio italiano.
Prima ancora della nascita della Sezione genovese, avvenuta nel 1927, e della stessa A.I.A., che era stata costituita nell´agosto del 1911, erano già infatti numerosi gli arbitri di calcio che a Genova avevano iniziato la loro attività.
Se Francesco Calì fu tra i primi direttori di gara genovesi ad affermarsi, Edoardo Pasteur diresse all´estero le prime gare internazionali, seguito da altri due concittadini, Carlo Dani e Cesare Lenti.
Tra i primi arbitri di quel primo periodo è da ricordare anche Giovanni Battista Vagge, già calciatore, dal 1906, dell´Andrea Doria e che giocò nel ruolo di portiere nel 1911 quando la Società conquistò l´allora Coppa Oberti.
Egli aveva cominciato ad arbitrare nel 1908 ed al momento della costituzione dell´A.I.A., fu tra i primi tesserati dell´Associazione ed arbitrò centinaia di gare, tra cui, nella stagione sportiva 1921/1922, la finale di campionato svoltasi a Livorno tra la Pro Vercelli ed il Bologna che si risolse dopo 138 minuti di oltranza. E´ anche da ricordare una finale da lui diretta nel 1925 tra il Mantova e la Spal per la definizione della permanenza nella massima serie.
Nella stagione sportiva 1913/1914, due anni dopo la nascita dell´A.I.A., venne pubblicato l´Annuario Italiano del Football, curato da Guido Baccani, e vi compare elencato un numeroso gruppo di arbitri genovesi, e per molti di loro anche l´indirizzo. Essi erano Pellegro Buscaglia ( corso Principe Amedeo 9), Francesco Calì (via Bernardo Strozzi 6), Salvatore Carossino ( piazza Cavalletto 8/10), Vittorino Croce ( via Orefici 54), Wallis Ghiglione ( via San Luca 5/6), Vieri A. Goetzlof ( Via Curtatone 1/8), Thomas Hoggins, Silvio Marengo( via Assarotti 4/7), G.B. Marentes ( via Crimea 2/18), Attilio Cesare Miglio(Via Ravecca), Edoardo Pasteur (via Tommaso Invrea 12/2), Riccardo Pippo (via del Piano 3/7), Filippo Vernini e Giovanni Battista Zennaro, nonché Uwel Pierallini, che poi si trasferì fuori Genova per motivi di lavoro.
La stragrande maggioranza di questi direttori di gara proveniva dalle squadre di calcio cittadine, in particolare dal Genoa e dall´Andrea Doria, e, pur appartenendo ai ruoli dell´Associazione Italiana Arbitri, dirigevano le gare di quegli anni con l´indicazione della squadra q cui appartenevano.
Dal 1919 aveva iniziato ad arbitrare anche Giacomo Pinasco, ex calciatore dell´Andrea Dori, classe 1891, che poi si trasferì alla Fratellanza Sestrese, medaglia d´oro della F.I.G.C. E vice presidente del Comitato Regionale Ligure.
I personaggi più qualificati e rappresentativi di quel periodo furono Augusto Galletti, Santo Sanguinetti , Silvio Marengo, Luciano Berti, Roberto Gera, Fortunato Olivari e Giovanni Battista Zennaro, che nel 1926 vennero inseriti tra gli " arbitri ad honorem, una categoria che la F.I.G.C. Anteponeva agli arbitri benemeriti prima della nascita del Gruppi Arbitri, gli antesignani delle attuali sezioni dell´ A.I.A.
Nell´anno 1927 si costituì il "Gruppo Arbitri Genovesi", che poi venne intitolato a Gino Bresciani e la sua prima sede venne ubicata in salita Santa Caterina.
Successivamente gli arbitri di Genova si spostarono in piazza Luccoli, in coabitazione con l´Unione Cacciatori, poi si dotarono di una sede autonoma al secondo piano del Grattacielo in Piazza Dante.
Seguirono altri trasferimenti, dovuti alle crescenti necessità di reperire locali più idonei e soprattutto capienti, data la costante crescita del numero degli associati.
Da Galleria Mazzini a via Bacigalupo, da Corso Torino a quella attuale di Piazza della Vittoria, gli arbitri genovesi si dotarono di sedi sempre più ampie e accoglienti.
Numerosi sono stati i responsabili della guida dei direttori di gara cittadini, il primo dei quali fu Romildo Terzolo che l´anno successivo la passò ad Augusto Galletti e poi nel 1933 la presidenza toccò a Carlo Garbieri.
In un lungo elenco di associati di quell´anno, con Carlo Garbieri presidente, compaiono i nomi di Carlo Dani, Averardo Pennacchi, Aldo Masini, Guglielmo Anceschi, Nicolò Barabini, Primo Barbieri, Giuseppe Bartolotti, Mario Bisio, Luigi Boer, Giuseppe Boffardi, Mario Bordo, Luigi Bottazzi, G.Maria Brighenti, Pietro Brondi, Ewin Buccelletti, Alfredo Candela, Emilio Canepa, Angelo Carra, Luigi Carra, Paolo Castello, Riccardo Cavenago, Plinio Ceccardi, Luigi Cervar, Valerio Cevenini, Venceslao Chiti, Mario Ciamberlini, Mario Cogorno, Adriano Conti, Angelo Cravino, Pietro Cristiani, Natale Dagnino, Erio De Apollonia
Ferdinando De Martino, Giuseppe De Rensis, Arnaldo Dossi, Luigi Franchi, Italo Giudici, Mario Granotti, Carlo Lenti, Umberto Levrero, Pietro Meani, Eugenio Melioli, Vincenzo Moglini, Libero Monti, Giorgio Moretti, Giuseppe Morielli, Oliviero Negri, Enesto Olcese, Luigi Orgero, Angelo Pagliai, Francesco Papa, Giovanni Parazzi, Enrico Pecorari, Giuseppe Pedemonte, Secondo Pennacchi, Attilio Pensa, Alfredo Perazzo, Armando Ponte, Renzo Porcellana, Stefano Rabitti, Battista Rattazzi, Cesare Recchione, Ugo Remagni, Rolando Repetto. Francesco Roggione, Fausto Roncagliolo, Angelo Roveda, Giusto Sardi, G. Battista Sciallero, Giuseppe Seri, Giuseppe Signoretti, Augusto Silvestrini, Giovanni Tavella, Amedeo Venturini, Luigi Vercelli, Nicola Vettori, Mario Zara, Walter Zeni.
Nel 1935 ci fu la lunga presidenza, che durò un decenni, di un grande arbitro e soprattutto di un grande dirigente dell´Associazione, Carlo Dani, nato a Torino nel 1896, trasferitosi giovanissimo a Genova per compiere gli studi. Molto appassionato di calcio ( fu infatti tra i fondatori del Fiorente F.C. Con Enrico Tergolina, che nel 1932 figurava già tra gli arbitri benemeriti; assieme a due altri dirigenti della Società ( Novis e Malaspina) partecipò alla prima guerra mondiale, dove riportò ferite ed onoreficenze. Nel 1919 si iscrisse all´A.I.A. E fece una brillantissima carriera, che gli valse anche la nomina ad arbitro internazionale.
Successivamente, terminata l´attività arbitrale, approdò ad incarichi associativi nell´allora C.I.T.A., che dal 1927 al 1945 aveva preso il posto dell´Associazione Italiana Arbitri.
Nella stagione sportiva 1645/45 occupò l´incarica nella ricostituita A.I.A. Di rappresentante dell´Associazione presso la Commissione Arbitri nazionale a Milano, allora diretta da Giovanni Battista Rossi. Nella stagione sportiva 1948/49 diventò infine il responsabile della C.A.N. di quel periodo.
La presidenza della Sezione di Genova era intanto passata sotto la guida di un altro importante dirigente, Angelo Giannelli, che poi nella stagione sportiva 1946/47 lasciò l´incarico a Giuseppe Pedemonte, in quanto venne chiamato ad occuparsi prima della Sottocommissione Interregionale Arbitri Nord a Torino con Francesco Mattea e l´anno successivo diventò Consigliere Nazionale dell´A.I.A. Sotto la presidenza di Romolo Ronzio. Nella stagione sportiva 1951/52 entrò a far parte della Commissione Arbitri Nazionale a Milano, allora diretta da Giovanni Battista Rossi.
Nella stagione sportiva 1948/49 diventò infine il responsabile della C.A.N. Di quel periodo.
Nel comunicato n. 8 della F.I.G.C., in data 12 giugno 1938 erano stati pubblicati i nomi degli arbitri promossi in una sezione di esami che si era tenuta in quell´anno. Vi compaiono nominativi illustri che nel dopoguerra sarebbero diventati una vera e propria istituzione della Sezione genovese, Ezio Bertacchi, Carlo Gambarotta, Vittorio Doveris, Renato Queirolo, Vincenzo Anzellotti, Agostino Ronzitti, Adolfo Cornazzani, Stefano Dodero, Angelo Ammi, Giogio Bida, Edoardo Coppola, Luigi Croce, Giuseppe Fernaia, Antonio Pasquali, Enrico Pellegri, Pietro Pozzali, Gino Repetto, Eraldo Sciandra, ed il chiavarese Giovanni Bosso, che negli anni settanta avrebbe diretto la locale Sezione.
Si ha anche notizia di un numeroso corso arbitri che si tenne il 18 marzo 1949 nel quale vennero promossi, tra gli altri, Francesco Chiappone, che sarebbe diventato più avanti un apprezzato presidente della Sezione, Adriano Molinari, Elvio Musetti, Aldo Negro, Diego Prati, G.B. Queirolo, G.B. Ramazzotti, Gian Marco Remagni, Giuseppe Scarigni, Siro Vecoli e molti altri.
Nel 1950 la guida della Sezione passò ad un altro grandissimo personaggio, il colonnello Sante Piccoli, che nelle stagioni sportive 1945/46 e 1946/47 era stato vice presidente nazionale dell´ A.I.A con Romolo Ronzio sotto la guida dell´avv. Giovanni Mauro, poi nel 1952 l´incarico di presidente sezionale venne attribuito all´ex arbitro internazionale Cesare Lenti, che nel 1955 lo passò ad Umberto Levrero, altro grande rappresentante dell´arbitraggio genovese, che andò poi a dirigere il Comitato Regionale Ligure della L.N.D.
In quel periodo numerosi arbitri vennero promossi nei corsi che annualmente si svolgevano.
In una sessione di esami che si tenne il 15 e 16 Dicembre 1950
tra glia ltri vennero promossi Nicola Baldinucci, Domenico Biasotto, Federico Brondi, Tullio Cereghetti, Andrea e Pietro Crovari, Ugo Ottonello, Domenico Placanica, Adolfo Rapetti, Igino Sartirana, Luciano Traverso, Ambrogio Venzano e Giovanni Vicedomini.
In un´altra sessione d´esami che si tenne il 21 e 22 dicembre 1951 si ricordano tra i promossi Armando Bonadeo, Vittorio Canepa, Nedo Carrara, Antonio Cataldini, Onorato Chelo, Ernesto Fenoglio, Rocco Gattuso, Giuseppe Grasso, Dino Grattarola, Sandro Grimaldi, Gian Franco Mantovani, Mauro Marzi, Lido Nati, Fausto Panu, Gian Carlo Parodi, Elio Pesce, Gian Luigi Prati, Pietro Sabatini e molti altri.
Il 20 e 21 Marzo 1954 tra i numerosi promossi di quel corso si ricordano Franco Albertini, passato anni dopo tra i guardalinee della C.A.N., Tito Beligni, diventato poi un valente arbitro di pugilato, Antonio Bernocco, un futuro artista e regista teatrale, nonché uomo politico, giornalista, insegnante, ecc. ecc.
Pietro ( detto Peo) Campodonico, Cleto Dall´Orto, Antonio di Terlizzi, un illustre cardiologo e componente nazionale dello staff medico dell´A.I.A., il futuro prof. Mario Iannetti, il valente futuro arbitro e poi il guardalinee della C.A.N. Innocenzo Puppo, la firma giornalistica Lucio Paolo Ricchebono e tanti altri personaggi di rilievo .
Il 2 aprile 1955 entrarono a far parte dell´A.I.A. Tra gli altri Michele Albavera, Guido Bargellini, il futuro arbitro nazionale e prima presidente di Sezione e poi C.R.A. Ligure Giovanni Levrero, Aldo Longo, Elio Paganini, Dino Aldo Raimondi con numerosi altri arbitri.
Un corso particolarmente numeroso sostenne gli esami arbitrali dal 6 all´8 aprile 1956 e tra loro sono da ricordare il giornalista e futuro direttore di un noto giornale cittadino Mimmo Angeli, Cesare Berra, Salvatore Firpo, Gherardo Gherardi, Giuseppe Grondona, Lorenzo Innocenti, Luciano Lupi, Cesare Parodi, Nello Postiglioni, Niclo Rebellato, Andrea Sacco, Mario Sanfelici, Italo Somaglia, Roberto Taruffi, Umberto Testori, Francesco Vassallo, e numerosi altri.
Nel 1956 la presidenza della Sezione passò nuovamente a Giuseppe Pedemonte che la tenne solamente un anno in quanto mancò improvvisamente, lasciando un vuoto incolmabile ed un profondo rimpianto tra gli arbitri genovesi che gli intitolarono la Sezione.
I corsi arbitri continuarono a sfornare un sempre maggior numero di nuovi direttori di gara.
Il 2 Luglio 1957 vennero promossi tra gli altri Gianni Amato, Giuseppe Candido, Giacomo Chiozza, Luciano Cremonini, Arcangelo de Marco, Luigi de Scalzo, Paolo Doni, Natale Franco, Alfredo Gennai, Fabio Lazzara, Pier Luigi Levrero, che successivamente approdò alla C.A.N. E poi all´ufficio legale dell´A.I.A., Andrea Nicchiotti, valente arbitro regionale e poi presidente del Comitato Regionale Ligure della Federazione Italiano Giuoco Calcio, della quale diventò poi vice presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Sauro Paolini, Alfredo Schimmenti, Adriano Torriglia, Elvio Varni e tanti altri.
Gli anni cinquanta si chiusero con una sessione di esami che si tenne il 9 e 10 Gennaio 1959 e vennero promossi, tra gli altri, Giorgio Callura, Luigi Carbone, Giuseppe Frustace, Giovanni Gollo, Giuseppe Grasso, Antonio La Scala, Antonio Lo Presti, Italo Mantovani, Marino Marinucci, Francesco Perrino, Vittorio Riccadonna, Diego Ricchebono, e Cesare Vecchio.
La cessazione delle pubblicazioni della rivista "l´Arbitro" per alcuni anni non permise più di riportare i nominativi dei promossi delle sessioni d´esami arbitrali, e solamente dal 1968, fino al 1984, ripresero ad essere pubblicati i risultati.
Dopo l´immatura scomparsa di Giuseppe Pedemonte, la presidenza della sezione genovese passò ad un preparato e rampante dirigente, Luigi Fedelini, che passato ad impegni associativi di carattere nazionale venne a sua volta rilevato nel 1963 alla presidenza della Sezione da Livio Zino.
Dopo un commissariamento di Vittorio Doveris, già affermato guardalinee alla C.A.N. E poi apprezzato Commissario Arbitri Regionale Ligure per diversi anni, nell´ottobre 1965 salì alla presidenza degli arbitri genovesi Ezio Bertacchi, un grandissimo dirigente che durante la sua guida durata sette anni rinnovò e rilanciò la Sezione. Egli ottenne prestigiosi risultati che portarono in campo nazionale numerosi arbitri della Sezione di Genova , primo tra tutti Claudio Pieri.
Con la costituzione dei Comitati Regionali dell´A.I.A. Ezio Bertacchi ne fu primo presidente, ottenendo nella stagione 1975/76 il Premio Nazionale " Raffaele Scorzoni" assegnato al migliore C.R.A. Italiano da parte dell´A.I.A.
Nel 1972 la guida della sezione di Genova passò a Stefano Rabitti, poi nel 1976 lo rilevò Giovanni Levrero, che nel 1982 venne nominato C.R.A. Ligure e lasciò l´incarico a Francesco Chiappone, apprezzatissimo presidente sezionale. A lui seguirono successivamente Dino Bertocci, Pasquale Marmorato, Andrea Torti e Gianni Andrianopoli e l´attuale presidente, in carica dal 2008, Alessandro Masini.
Elencare tutti i grandi personaggi dell´arbitraggio genovese è un´impresa davvero ardua.
Ancor prima della nascita del Gruppo Arbitri non possono essere dimenticati soprattutto direttori di gara e successivamente dirigenti del calibro di Silvio Marengo, arbitro dal 1911 e poi vice presidente della Lega Nord e presidente della Commissione Tecnica Arbitrale della Confederazione Calcistica Italiana, Giovanni Battista Zennaro, suo coetaneo di tessera e che passò al C.I.T.A. E fu membro della C.A.N. Lega Nord nel 1926/27, romildo Terzolo, arbitro dal 1912, primo presidente degli arbitri genovesi e consigliere federale, il secondo presidente Augusto Galletti, che fece anche parte di un triumvirato per la formazione della squadra nazionale italiana, Santo Sanguinetti, classe 1893, arbitro dal 1913, che fu tra i primi ad affermarsi in campo nazionale, assieme ai pionieri come Pietro Montecucco, Mario Sarti Magi, Alberto Candela e soprattutto Carlo garbieri, che dal 1929 al 1931 diresse 17 gare nella massima serie.
Successivamente il gruppo che è giusto ricordare è guidato da Carlo Dani, arbitro dal 1919, che diresse 17 gare di serie A e venne nominato internazionale, poi passò a far parte come componente nazionale dal 1934 al 1940dall´allora C.I.T.A. ( Comitato Italiano Tecnico Arbitrale), che aveva preso il posto della disciolta A.I.A., e nel dopoguerra venne nominato presidente della C.A.N., e dopo di lui Giuseppe Bertoni, arbitro dal 1921, polledrica figura di dirigente sia nell´ A.I.A. Che nell´ambito della F.I.G.C., Umberto Levrero, arbitro dal 1924, che giunse molto giovane alla serie A , dove diresse 18 gare dal 1933 al 1936, ricoprendo successivamente altre cariche sia in campo arbitrale che presso la Lega Nazionale Dilettanti, Giuseppe Boffardi, classe 1901, valente arbitro di serie A, dove diresse 32 gare fino al 1950, gli altri due internazionali Cesare Lenti, 64 gare in serie A dal 1929 al 1932, e Mario Ciamberlini, con ben 142 direzioni nella massima serie dal 1929 al 1942, che hanno lasciato tracce veramente indelebili nella storia degli arbitri genovesi.
Un terzo gruppo, in ordine cronologico, può iniziare con Sante Piccoli, uno degli artefici della rinascita dell´ A.I.A. nel dopoguerra, e poi Angelo Gianelli, 29 gare in serie A dal 1932 al 1938 e che fece parte dal 1949 al 1951 del C.C.D. dell´ A.I.A., gli altri arbitri di serie A, a cavallo tra le due guerre mondiali, Luigi Mazza, 10 gare in serie A dal 1935 al 1940, Renzo Porcellana, che diresse due gare in serie A dal 1945 al 1946 ed Angelo Fornari, che arbitrò cinque gare nella massima serie dal 1945 al 1949.
Il dopoguerra riparte a livello arbitrale con Carlo Gambarotta, che diresse complessivamente ben 84 gare in serie A e venne classificato arbitro di classe internazionale e poi transitò tra gli allora Commisari Speciali in campo nazionale, venendo anche insignito, nella stagione 1981/82
del Premio Nazionale " Mattea" destinato all´osservatore arbitrale maggiormente distintosi.
Con lui operarono in campo nazionale Francesco Canepa, 10 gare in serie A dal 1953al 1957, ed il giovane e promettentissimo Stelvio Basciu, scomparso prematuramente, ai quali seguirono a livello nazionale Antonio Gestro, Adriano Molinari, Silvano Gazzano, e poi Giovanni Levrero, che poi guidò gli arbitri genovesi e che nella stagione 1978/79 conseguì il Premio " Gino Agostini" destinato al Presidente di sezione maggiormente distintosi e successivamente presidente del C.R.A. Ligure che ricevette nella stagione 1987/88 il premio "R. Scorzoni"destinato al migliore C.R.A. Dell´anno.
Nel Dicembre 1972 esordì nella massima serie il fratello Pierluigi Levrero, premio "Longagnani" nella stagione 1972/73 per il miglior debuttante in serie A, che vi diresse 17 gare fino al 1976 e successivamente venne nominato presidente della Commissione Disciplinare di appello dell´ A.I.A. Conseguendo nella stagione 1997/98 Premio "Giulini" assegnato al miglior dirigente arbitrale.
Pervennero alla C.A.N. Anche Luciano Lupi, che terminata l´attività sui campi di gioco, ne iniziò una molto importante a livello dirigenziale, e fu per otto anni Commissario Arbitri Regionale Ligure, venendo anche insignito di premio Nazionale " Antonio Clemente"destinato al miglior C.A.R. Italiano nella stagione 1987/88 e poi venne inserito nella
Commissione Nazionale di Controllo e Coordinamento dell´ A.I.A. E successivamente fece parte del centro Studi e della Scuola Arbitrale, poi diventata Settore Tecnico, nel quale venne nominato responsabile nazionale della storiografia dell´ A.I.A., e con lui diressero in serie B anche Sergio Testuzza, che nella stagione sportiva 1967/68 venne insignito del Premio Nazionale "Ermanno Silvano" destinato al miglior arbitro dei campionati interregionali e Biagio Marino, un giovane collega purtroppo deceduto prematuramente.
Fecero parte della C.A.N. Venendo impiegati in serie C Domenico Bova, Benito Alberti e Giacomo Chiozza e si arrivò poi a Claudio Pieri indubbiamente il più grande personaggio arbitrale di questo periodo.
Nato a Pescia il 21 ottobre 1940 Claudio Pieri si trasferì giovanissimo a Genova e ad un età ormai avanzata , a 26 anni, si iscrisse al corso arbitri. La sua fu una carriera folgorante, che in pochi anni lo portò a ricevere i riconoscimenti più ambiti per un arbitro Premio " Bertolio"
nella stagione sportiva 1969/70, Premio " Silvano" nel 1971/72, Premio " Nardini" nel 1973/74, risultò tra i migliori direttori di gara nei campionati nazionali semiprofessionistici.
Il 18 maggio 1975 esordì a Milano in serie A ( Internazionale - Roma), conseguendo il Premio " Longagnani" per il miglior arbitro esordiente nella massima categoria nella stagione 1974/75 e nel 1982 conseguì il riconoscimento più ambito il prestigioso Premio" Giovanni Mauro".
Nel 1984 venne nominato arbitro internazionale e nella stagione 1985/86 venne insignito "Premio Dattilo"destinato al miglior arbitro italiano distintosi all´estero, dove diresse in ogni parte del mondo, fin nella lontana Cina. Complessivamente arbitrò oltre 100 gare in serie B e ben 137 in serie A e cessò di dirigere nel 1987. Altrettanto prestigiosa fu la carriera dirigenziale. Arbitro benemerito nel 1990, venne nominato Commissario Regionale degli Arbitri della Liguria e nella stagione1992/93 venne insignito del Premio "Scorzoni " destinato al miglior C.R.A. Italiano. Venne anche nominato coordinatore nazionale di tutte le C.R.A., e successivamente gli venne assegnato il delicato ed importante incarico di responsabile nazionale della C.A.N. D.
Nei campionati interregionali di quel periodo si affermarono tra gli arbitri Innocenzo Puppo, poi Antonio La Scala, Sauro Paolini, e successivamente Enea Tibaldi, Michele Currone, Giacomo Pippo e Giuseppe Gaggero.
Arrivarono poi alla C.A.N. C Armando Chiesa, Roberto Valcalda, Dino Bertocci , che poi transitò tra i guardalinee della C.A.N., Renzo Mantovani, Paolo Giacometti e soprattutto Enrico Pontani, un validissimo arbitro che per motivi lavorativi si trasferì a Verona.
Si misero anche in evidenza i fratelli Erminio e Filippo Tarantola, il secondo dei quali diventò poi uno dei migliori guardalinee alla C.A.N. calcando i campi della massima serie fino al 1994.
Nelle serie inferiori dei campionati interregionali si contraddistinsero soprattutto Marco Ivaldi , che poi nel 1994, dopo essere transitato tra gli assistenti arbitrali, venne promosso alla C.A.N., dove venne in seguito raggiunto sempre come assistente da Carlo Tagliafico e poi fu nominato internazionale, collaborando su tutti i campi del mondo con i migliori fischietti incontinentali, Antonio Bartoluppi, Roberto Musso, Vincenzo Dispenza, Gianfranco Ricci, Gianfranco Pagano, Enzo Paludi, Federico Roncallo, Guido Chiappone, Maurizio Serale, Fabrizio Pollicino e molti altri.
Ritornando ai grossi calibri, l´altro arbitro internazionale della Sezione di Genova in quegli anni fu Graziano Cesari, nato a Parma il 23 Dicembre 1956, ma trasferitosi giovanissimo nel capoluogo ligure.
Dopo aver conseguito nella stagione sportiva 1988/89 il Premio "Presidenza A.I.A." quale miglior arbitro del ruolo di C.A.N. C, debuttò in Serie A il 16 Dicembre 1990 (Juventus - Cagliari) ed arbitrò gare assai impegnative in ogni parte del mondo, la più importante delle quali fu uno spareggio mondiale da lui diretto nel 2002 in Australia.
A livello di Serie A arbitrò ben 167 gare e venne anche insignito per la stagione 1999/2000 del massimo riconoscimento nazionale per un arbitro, il Premio "Giovanni Mauro". Nella stagione sportiva 1995/96aveva conseguito anche il "Premio Dattilo", assegnato all´arbitro iscritto nell´elenco della F.I.F.A. particolarmente distintosi nel corso dell´annata sportiva.
E´ proprio con lui che termina l´ultimo raggruppamento degli arbitri genovesi che si sono particolarmente contraddistinti in campo nazionale, anche se non si possono non citare Alberto Gronda, Premio Nazionale " Achille Pizziolo" nel 1987 quale miglio arbitro operante nell´ambito della Lega Nazionale Dilettanti e proposto per il "passaggio" alla categoria superiore e che diresse la serie A una solo volta, e soprattutto Tiziano Pieri, figlio d´arte che giovanissimo ha compiuto passi da gigante affermandosi con inaspettata maturità e soprattutto con grande valore, raggiungendo giovanissimo nel 1996 la massima serie nazionale e che poi nel 2004 si trasferì alla Sezione di Lucca. Nella stagione sportiva 1993/94 gli venne assegnato il passaggio al ruolo e nella stagione sportiva 1995/96 il Premio "Presidenza A.I.A" assegnato al miglio arbitro della C.A.N. D immesso nel ruolo C.A.N. C.
Approdarono ai campionati del C.N.D. della C.A.N. D Matteo Aiello, Andrea Burlando, Massimo Migliorini, ed agli scambi Matteo Arini, Andrea Boccaccio, Jean Francois Brignone, Massimo Serena e Francesco Trombaccia.
Verso la fine degli anni novanta operarono alla C.A.N. D. prima Matteo Aiello, Matteo Bassetti, Daniele Novembrini e Stefano Bornia e poi Christian Dellacasa, Filippo Zorzi e Massimo Marchesotti.
Chiude per ora l´attuale ciclo degli arbitri genovesi in campo nazionale Mauro Bergonzi, che il 07 Dicembre 2003 esordì in Serie A a Lecce nella gara Lecce - Parma e Giorgio Schenone assistente alla Can dalla stagione 2009/2010. Altri arbitri e assistenti che hanno operato o operano tutt´ora nelle categorie nazionali a partire dalla stagione 2005/2006 sono Enrico Zanichelli, Andrea Crispo, Massimiliano Sirchia alla CanPro, Antonio Pinzone Vecchio, Davide Prestia, Davide Ghersini, Luca Scremin, Thomas Facci, Giuseppe Mascheri, Massimo Stringari, Fabrizio Polimeni, Mirna Figliomeni, Matteo Pugliese e Marco Basile alla Cand e Gabriele Bellanca, Claudio Camardi, Antonio Azzinnaro, Marco Barabino, Stefano Brigandi´ alla Cai.
A livello di osservatori arbitrali in campo nazionale a livello di C.A.N. C Stefano Iovane nella stagione sportiva 1999/2000 conseguì il premio "Renato Pasturenti", riconoscimento che l´anno successivo , per la stagione 2000/2001, venne anche assegnato a Giovanni Crucioli. Altri osservatori che, nelle stagioni successive, hanno operato o operano a livello nazionale sono Alberto Gandini e Antonio Badile a livello di Can Pro; Tommaso Arini, Alfredo Beltrami, Paolo Botti, Roberto Cantatore,Letterio Carilli, Alfredo Galliano, Carmine Testa e Roberto Zullo a livello di Cai e Cand. Ai massimi livelli nazionali della Can, come osservatore, ha operato dalla stagione 2007/2008 l´attuale presidente regionale e ex presidente sezionale Andrea Torti.
Un valido direttore di gara nella C.A.N. C fu per diversi anni Maurizio Liberti, poi transitato tra gli assistenti arbitrali della C.A.N. e successivamente vi vennero promossi nella stagione 2002/2003 Andrea Bo ed in quella successiva Roberto Iannello.
Vennero promossi alla C.A.N. D in quegli anni Enrico Zanichelli, Luca De Simone e Giorgio Schenone e nella stagione 2003/2004 vi venne promosso anche Massimiliano Sirchia.
Nella stagione sportiva 2004/2005 vi pervennero anche Marco Basile ed Enrico Cornero, ed a loro si aggiunse successivamente Leonardo Guidi, proveniente dalla Sezione di Pesaro, trasferitosi nel capoluogo genovese per motivi di lavoro.
Verso la fine del 2000 ottennero validissimi risultati a livello nazionale alcuni arbitri che operavano nel calcio a cinque. Emersero tra tutti Salvatore Toscano, Carlo Muzio e Giorgio Pezzi che per alcuni anni diressero le più importanti gare di serie A di quel campionato. Successivamente arbitrarono in quei campionati nazionali anche Luca Rogai, Massimo De Marco, Claudio Parodi, Sandro Vergani e attualmente Simone D´Ambrosio, Alessandro Solari e l´osservatore Aldo Longhini.

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In particolare, attraverso i regolamenti federali, FIGC disciplina il tesseramento degli atleti, dei tecnici, degli ufficiali di gara, dei dirigenti e degli altri soggetti dell’ordinamento federale. Pertanto, FIGC tratta i dati personali dei tesserati per promuovere il movimento calcistico e per assicurare che il tesseramento avvenga correttamente, che le regole federali siano rispettate in campo e fuori dal campo e che l’integrità del gioco sia preservata. Inoltre, la Federazione può trattare certi dati personali anche ai fini di selezionare gli ufficiali di gara, formare i quadri arbitrali, designarli e tutelare la loro salute.

Anche alcune categorie particolari di dati (soprattutto quelli relativi alla salute) possono rientrare tra quelli oggetto di trattamento nel perseguimento delle finalità statutarie, principalmente attinenti alla giustizia sportiva e all’integrità del gioco e di chi lo pratica.

I dati personali dei tesserati possono essere comunicati e anche diffusi. È possibile che i dati personali debbano essere comunicati alle società, alle leghe, agli organizzatori di competizioni nazionali e internazionali, agli organi della giustizia sportiva, nonché a federazioni straniere ed agli organi di governo del calcio europeo (UEFA) e mondiale (FIFA). È altrettanto possibile che i dati personali vengano diffusi, ad esempio a mezzo dei comunicati ufficiali previsti dall’ordinamento federale, nonché nel perseguire fini di archiviazione nel pubblico interesse o di informazione storica e/o statistica.

Quali dati sono trattati da FIGC e come li raccoglie. Conseguenze del mancato conferimento

FIGC raccoglie e tratta i dati personali spontaneamente comunicati all’atto del tesseramento direttamente dagli interessati o per loro conto da parte di genitori, agenti, società o leghe, nonché qualsiasi altro dato o informazione comunicati dagli interessati successivamente.

Mentre la decisione di tesserarsi è meramente facoltativa, una volta tesserato l’interessato è soggetto ad obblighi di legge e regolamentari, nazionali ed internazionali, ai quali non può sottrarsi ed il conferimento dei dati personali diviene necessario per dare seguito alla richiesta di tesseramento e per consentire all’interessato di partecipare alle attività che ne derivano. Dall’eventuale rifiuto di fornire i dati personali richiesti potrebbero scaturire conseguenze tali da impedire il tesseramento o il corretto svolgimento di tutti gli adempimenti e le attività di cui il tesseramento è presupposto, nonché sanzioni nell’ambito dell’ordinamento sportivo e nazionale.

Inoltre, FIGC può trattare i dati personali anche quando, per il perseguimento delle finalità descritte, li abbia ricevuti da soggetti terzi, quali, a titolo esemplificativo e non tassativo, società o leghe o federazioni nazionali di appartenenza, di provenienza o con cui l’interessato sia stato tesserato in passato; organi di governo del calcio internazionale, autorità sportive e autorità pubbliche; testimoni e altre persone informate dei fatti (in particolare, ma non solo, per le questioni di giustizia sportiva); associazioni di categoria, comitati o sezioni o altri organi federali.

In ogni caso, FIGC può svolgere indagini e verifiche al fine di accertare la correttezza e la completezza dei dati e delle informazioni ricevute direttamente dagli interessati o da terzi.

Finalità e base giuridica del trattamento

FIGC tratta i dati personali dei tesserati ai fini di svolgere le attività proprie della Federazione e, quindi, di perseguire i legittimi interessi derivanti dal suo ruolo di istituzione di riferimento per l’organizzazione e l’amministrazione del giuoco del calcio in Italia, tra cui:

gestire i tesseramenti, trattando le anagrafiche dei tesserati nei sistemi federali, nonché le procedure attinenti a rimborsi e compensi;

dare seguito, secondo quanto previsto nei regolamenti federali o internazionali applicabili, al tesseramento e gestirne ogni suo aspetto, vigilando sulla regolarità di tutte le attività correlate (trasferimenti, idoneità, designazione ad arbitrare specifiche gare, didattica, formazione, etc.), e agendo al fine di garantire l’osservanza e la corretta applicazione dei regolamenti, delle leggi e, più in generale, delle norme applicabili o la cui applicazione è demandata alla FIGC;

organizzare e consentire il regolare svolgimento delle competizioni e delle attività della giustizia sportiva, inclusa la pubblicazione delle relative decisioni;

ricercare, esaminare e selezionare ufficiali di gara per i programmi internazionali;

mantenere i rapporti con associazioni, federazioni e confederazioni di appartenenza (CONI, UEFA, FIFA, CIO), con le altre federazioni nazionali, nonché con associazioni, confederazioni e ogni altro ente nazionale o internazionale deputato al controllo della regolarità delle competizioni e delle posizioni dei tesserati e della loro salute;

svolgere attività di promozione delle attività della FIGC, dello sport e del giuoco del calcio, come anche di iniziative con finalità sociale o sanitaria (nel caso ciò richiedesse il trattamento di dati appartenenti a categorie particolari, questi saranno trattati in forma anonima, mentre laddove ciò non fosse possibile, i dati saranno trattati o sulla base di una necessità legittima o di un consenso esplicito che sarà raccolto appositamente);

produrre, conservare e utilizzare filmati, fotografie, immagini, altri contenuti audiovisivi, registrazioni, notizie di risultati o avvenimenti sportivi, come parte dell’interesse della Federazione a tenere traccia e raccontare la storia dello sport in generale e del giuoco del calcio in particolare;

svolgere attività di marketing diretto;

consentire ai tesserati di partecipare all’attività associativa (ad esempio, candidarsi alle cariche elettive ed esprimere le proprie preferenze secondo le modalità fissate dai regolamenti).

FIGC tratta i dati personali anche per adempiere ad obblighi di legge e per rispondere a richieste avanzate da autorità, siano esse pubbliche, governative o giudiziarie, nazionali o internazionali, che agiscano in base al diritto nazionale o dell’Unione Europea.

Consenso al trattamento

In alcuni casi FIGC tratta i dati personali anche sulla base di un esplicito consenso, come quando l’interessato voglia coinvolgere un soggetto terzo nel trattamento dei suoi dati (ad esempio: un parente, un’associazione di categoria o organizzazioni a carattere sindacale, un avvocato, un procuratore/agente sportivo, o simili).

Ogni volta che il trattamento da parte di FIGC si basi sul consenso dell’interessato, quest’ultimo potrà revocarlo in qualsiasi momento. Tuttavia, l’eventuale revoca del consenso non pregiudica la liceità del trattamento effettuato sulla base di quel consenso prima che venisse revocato.

Peraltro, è possibile che, anche in caso di revoca del consenso, la Federazione possa proseguire legittimamente il trattamento su altre basi giuridiche per altre finalità, quali quelle evidenziate sopra.

Minori di età

La normativa federale e la legge applicabile consentono e regolano il tesseramento di soggetti minori di età. In questi casi, i requisiti e le modalità di manifestazione della volontà di tesserarsi sono disciplinati dalla legge dello Stato.

Le informazioni, le modalità e le finalità descritte con la presente informativa sono valide anche quando il trattamento ha ad oggetto dati personali di interessati minori di età. Tuttavia, nei casi in cui sia richiesto, il consenso al trattamento dei propri dati personali è legittimamente espresso direttamente dal minore solo quando questi abbia compiuto 16 anni.

Negli altri casi, la Federazione richiede che il consenso al trattamento sia prestato o autorizzato dal titolare della responsabilità genitoriale sul minore.

Periodo di conservazione dei dati

I dati personali saranno conservati per tutta la durata del rapporto di tesseramento e, anche successivamente, per il periodo utile per l’espletamento di ogni adempimento o onere connesso o derivante dal tesseramento secondo le leggi o i regolamenti applicabili, nonché per il tempo necessario alla Federazione per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali.

Ad esempio, dati ed informazioni relativi ai risultati degli incontri disputati, quali il nome dei marcatori, le sostituzioni, le sanzioni disciplinari, i nomi degli ufficiali di gara, saranno conservati illimitatamente al fine di tenere traccia degli eventi sportivi. Lo stesso vale per registrazioni, filmati ed immagini effettuate in occasioni delle partite di calcio.

Comunicazione e diffusione dei dati personali. Trasferimento all’estero

I dati personali possono essere condivisi, per il perseguimento delle finalità descritte, tra i competenti uffici della Federazione e dell’AIA, e anche con diversi soggetti terzi, siano essi fornitori di beni o servizi o partner commerciali della Federazione.

I dati personali possono dover essere comunicati, alle leghe, agli organizzatori delle gare, al CONI, come anche ad enti internazionali, altre federazioni, UEFA, FIFA, CIO. Tutti questi soggetti tratteranno i dati personali ricevuti quali titolari di autonomi trattamenti.

I dati personali sono comunicati agli organi di giustizia sportiva, nazionale e internazionale.

Inoltre si ricorda che FIGC è tenuta a comunicare i dati personali trattati alle autorità, quando è così richiesto ai sensi di legge.

Infine, FIGC potrà diffondere, direttamente a mezzo dei comunicati ufficiali ovvero attraverso gli organi di informazione, i dati personali che riguardino, ad esempio, le decisioni degli organi di giustizia sportiva, i risultati e le notizie principali delle gare disputate, per tenere traccia e memoria delle stesse, a fini informativi e giornalistici nonché per ragioni statistiche e per utilizzi promozionali e commerciali.

Nel caso in cui i dati personali debbano essere trasferiti al di fuori dello Spazio Economico Europeo (SEE), se non è stato raccolto un preventivo ed esplicito consenso dell’interessato, FIGC assicura che l’eventuale trasferimento avverrà in virtù di clausole contrattuali standard ovvero di norme vincolanti d’impresa o di un idoneo codice di condotta. I riferimenti del meccanismo applicabile al caso specifico saranno comunicati in risposta ad eventuali richieste.

Le comunicazioni dei dati personali a UEFA e FIFA avvengono sulla base di una decisione di adeguatezza della Commissione dell’Unione Europea.

Diritti degli interessati

Ciascun interessato ha il diritto di richiedere a FIGC di accedere ai propri dati personali, di rettificarli, cancellarli o limitarne il trattamento se ne ricorrono i presupposti. Per contattare il titolare del trattamento è possibile inviare un’email all’indirizzo privacy@figc.it.


Inoltre, a norma del RGPD, FIGC ha designato un responsabile della protezione dei dati. che può essere contattato:

via email all’indirizzo protezionedati@figc.it

o inviando una raccomandata A/R a:

Responsabile della protezione dei dati

c/o Federazione Italiana Giuoco Calcio

Via Gregorio Allegri n. 14

00198 – Roma

Privacy Nota Informativa

Qualora lo desiderasse, ciascun interessato ha anche il diritto di proporre reclamo a un’autorità di controllo; quella italiana è contattabile all’indirizzo www.garanteprivacy.it.
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