L'INTERVISTA DEL LUNEDÌ: Paola Selvini

12-04-2021 13:37 -

Paola Selvini, superato il Corso nel 1998, come Arbitro arriva fino all'Eccellenza, riuscendo anche a dirigere alcune partite agli scambi (quelli che oggi sono la “CAI”) quando non erano ancora inserite in una categoria ufficiale, ma venivano assegnate come premio ai più meritevoli.
Ha svolto l'attività in campo fino al 2018, diventando successivamente Osservatore Arbitrale in carico all'Organo Tecnico Sezionale. Dalla stagione successiva passa al Comitato Regionale dove opera tuttora. Dal 2016 è membro del Consiglio Direttivo.

Paola, cosa ti ha spinto ad iscriverti al corso e a diventare arbitro?

In famiglia siamo sempre stati appassionati di calcio e mio papà a 4 anni già mi portava allo stadio.
Durante una partita ho visto nei cartelloni pubblicitari la sponsorizzazione del Corso Arbitri e subito mi ha entusiasmato l'idea di provarci.

Qual è stata la più grande soddisfazione vissuta in campo?

La più grande soddisfazione l'ho provata al mio esordio in Eccellenza da Arbitro anche perché sono stata la prima donna di Genova a raggiungere questo traguardo e quindi l'ho vissuto, oltre che come soddisfazione personale, anche come riconoscimento e motivazione per tutte le mie colleghe. Al pari di questo è stata un'esperienza bellissima anche poter essere designata in Piemonte per una partita fuori regione come Arbitro, coadiuvata da due Assistenti donne della mia Sezione.

E invece la situazione più complicata che hai affrontato sui campi? Come l'hai gestita?

La situazione più complicata l'ho vissuta dopo una gara di Eccellenza dove la nostra macchina è stata accerchiata da una quarantina di tifosi e siamo dovuti letteralmente scappare.
Siamo stati anche inseguiti in Autostrada per un pezzo, poi per fortuna hanno desistito.
Ora ricordandolo con i colleghi coinvolti ci scherzo su, ma ai tempi ci spaventammo moltissimo.

In questi anni da arbitro e dirigente cosa ti ha dato la nostra Sezione?

Io alla mia Sezione devo tantissimo. Mi hanno accolto che ero una ragazzina ribelle ed hanno fatto di me una donna. Hanno sempre cercato di gestire il mio forte carattere facendomi capire sia con le buone che con le cattive quando a volte sbagliavo atteggiamenti.
Mi hanno trattata come una figlia, una sorella, un'amica e lo fanno tutt'ora. Mi hanno aiutata costantemente nella formazione sia caratteriale che atletica seguendomi passo dopo passo.
È da sempre il posto dove vado a rifugiarmi quando ho bisogno di sostegno e dove so, che ora, posso dare io a mia volta il mio sostegno agli altri. In Sezione trovo sempre un sorriso, due chiacchiere tra amici, insomma è la mia isola felice.

In questo mandato cosa vuoi dare alla Sezione di Genova?

Io vorrei dare ai miei ragazzi un supporto concreto per qualsiasi cosa di cui loro abbiano bisogno.
Vorrei aiutarli nella crescita arbitrale e personale proprio come è stato fatto con me confrontandomi con loro e sostenendoli sempre al meglio. Voglio consolarli se le cose vanno male, spronarli e gioire con loro per i successi. Desidero che sappiano che possono sempre contare su di me. E su di me potranno contare sempre anche il Presidente ed i miei colleghi del Consiglio direttivo per qualsiasi attività nella quale io possa essere di aiuto, proprio come nelle migliori famiglie.