L’INTERVISTA DEL LUNEDÌ: Davide Bertoldo

29-03-2021 13:29 -

Davide Bertoldo diventa Vicepresidente della nostra Sezione con l'inizio del primo mandato del Presidente Romeo nel 2016. Diventa arbitro nel 2002 e dopo una carriera sui campi regionali, da arbitro diventa consigliere sezionale (sia sotto la presidenza Andrianopoli sia sotto quella di Masini) nel 2010 ricoprendo incarichi soprattutto incentrati sulla formazione di giovani colleghi come vice responsabile del corso arbitri. È stato collaboratore del Comitato Regionale sotto le presidenze Torti e Bergonzi. Da Vicepresidente è il Responsabile del Corso Arbitri, Organo Tecnico Sezionale e designatore delle categorie Juniores, Terza Categoria e Seconda Categoria.

Davide, cosa ti ha spinto ad iscriverti al corso e a diventare arbitro?

Ho fatto il corso a 15 anni, età molto giovane in cui le motivazioni lasciano molto spazio alla curiosità. Ero curioso di capire e di conoscere il mondo che girava intorno a quello del calcio. La possibilità di entrare gratis allo stadio e di avere anche un piccolo rimborso hanno fatto il resto.

Qual è stata la più grande soddisfazione vissuta in campo?

A livello regionale ho arbitrato centinaia di gare in tutte le categorie, dalla Prima all'Eccellenza, e negli ultimi anni con l'esperienza accumulata ero diventato un arbitro molto affidabile, soprattutto per le gare più toste di prima categoria. Sapere che il Comitato Regionale poteva contare su di me era motivo di grande soddisfazione. Potrei raccontare di moltissimi Playoff e Playout arbitrati con persone stipate sugli spalti, ma la verità è che la mia più grande soddisfazione è sempre stata quella di essere un arbitro credibile in tutte le circostanze e di aver creato tantissimi rapporti di amicizia con calciatori, dirigenti e allenatori di tantissime squadre da me arbitrate. Ancora oggi quando vado sugli spalti di qualsiasi campo genovese qualcuno si ricorda di me e fare quattro chiacchiere ricordando partite del passato è sempre piacevole.

E invece la situazione più complicata che hai affrontato sui campi? Come l'hai gestita?

Devo dire che sono sempre stato, esattamente come nella vita, molto meticoloso e attento a sapermi gestire emotivamente. Sinceramente il momento più complicato della mia carriera è stata la mia partita diretta al Ligorna, una gara di calcio femminile. Arrivato a centrocampo e pronto a dare il fischio d'inizio non trovavo il fischietto. Lo avevo lasciato nello spogliatoio. Errori da esordiente, ma particolarmente imbarazzante.

In questi anni da arbitro e dirigente cosa ti ha dato la nostra Sezione?

Nel corso degli anni ho imparato che si rimane e si è arbitri sia in campo e sia fuori. I nostri comportamenti devono essere attenti a salvaguardare sempre la nostra figura. Fare l'arbitro mi ha fatto crescere molto nei rapporti con gli altri a saper usare la parola giusta al momento giusto, soprattutto verso gli ultimi anni di arbitraggio ho capito che con una battuta si possono stemperare attimi di altissima tensione. Da “giovane” dirigente sto capendo come la Sezione sia davvero la casa di tutti e che sta a noi saper trasmettere fiducia e forza.

In questo mandato cosa vuoi dare alla Sezione di Genova?

Come prima cosa devo ringraziare il Presidente Roberto Romeo che per me è come un fratello maggiore e che ci lega un rapporto di amicizia molto stretto e personale. Ringraziarlo che per il suo secondo mandato mi ha accordato la fiducia di essere il suo Vicepresidente affidandomi ruoli delicati ed importanti sia sotto il profilo tecnico e sia sotto il profilo di attenzione per il gruppo. Mi piacerebbe continuare a lavorare con la squadra degli Organi Tecnici e dell'intero Consiglio Direttivo con l'intento di riuscire a scovare capacità e talenti da giovani arbitri, o come amo chiamarli io “cuccioli di arbitro”, che molte volte non sanno di possedere. Il ruolo di talent scout arbitrale mi piace. Formare è più gratificante che dover solamente selezionare.